In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, Coopselios presenta a soci e lavoratori il corso sull’alfabetizzazione finanziaria disponibile nell’area del sito dedicata al welfare aziendale. L’iniziativa parte dalla considerazione che la parità di genere è ancora lontana. Lavoro, istruzione, accesso ai servizi sanitari, violenza domestica: le discriminazioni di genere sono fortemente presenti nel nostro quotidiano.
La consapevolezza e l’autonomia delle donne sono fra le armi più potenti che abbiamo per scardinare questa situazione: in particolare è ancora basso il numero di donne che nel nostro paese possono dire di aver acquisito un elevato livello di alfabetizzazione finanziaria, utile al raggiungimento di autonomia e indipendenza.
Per questo è importante, oggi, contribuire ad accendere un faro su questo tema affinché si possa efficacemente ridurre, giorno dopo giorno, la dipendenza dall’altro ed emancipare le donne affinché siano libere di compiere le proprie scelte senza i condizionamenti imposti dalla mancanza di autonomie e consapevolezza.
L’otto marzo è la Giornata internazionale dei diritti della donna, dicitura più appropriata rispetto alla tradizionale definizione di “festa della donna” perché, se guardiamo alla stato dei diritti delle donne oggi, dobbiamo constatare che non c’è molto da festeggiare.
La Giornata, infatti, è stata istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne ma anche, e soprattutto, le discriminazioni di cui sono state e sono ancora oggetto nel mondo.
Nel nostro settore
Coopselios, come la maggior parte delle realtà del mondo cooperativo, è a maggioranza femminile (il 90,6% dei lavoratori è donna), le retribuzioni non risentono del gender pay gap, le opportunità di lavoro e carriera sono equamente offerte e l’ambiente di lavoro è inclusivo e rispettoso.
In generale, le realtà che compongono il settore della cooperazione sociale sono prevalentemente formate da donne e questi risulta essere il primo settore per pratiche di flessibilità e conciliazione vita-lavoro, in grado di creare opportunità di lavoro e reali condizioni di pari opportunità, integrazione e inclusione lavorativa.
Ma se guardiamo al mondo del lavoro nel suo complesso, in Italia e nel mondo, sono ancora tanti e fortemente radicati quegli stereotipi che in qualche modo legittimano il gender gap. Inoltre, le discriminazioni di genere si riflettono sull’istruzione, sulle scelte di vita, sull’accesso ai servizi sanitari e di welfare e sono alla base di un numero insopportabile di episodi legati alla violenza di genere.
Italia: una fotografia sconfortante
Il documento del Ministero del Tesoro in riferimento al PNRR si apre così: “L’Italia è notoriamente caratterizzata da rilevanti differenze di genere in vari ambiti: mercato del lavoro, partecipazione a processi decisionali, livelli di istruzione, accesso alla salute”.
L’Italia è penultima in Europa per partecipazione femminile al mercato del lavoro: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (55,7% contro 75,8%). Questo dato è significativamente influenzato dalle necessità da parte delle donne di prendersi cura della famiglia: oltre il 70% delle donne che lasciano il mercato del lavoro lo fa perché, diventando madre, non riesce a conciliare la quotidianità di questo ruolo con il lavoro.
Le donne che, invece, “scelgono” il lavoro part time per andare incontro alle difficoltà nella cura dei familiari subiscono ovvie conseguenze sulla capacità economica ma anche sulla futura pensione; questa condizione finisce per annullare in alcuni casi la possibilità, per la donna, di liberarsi dalle catene di un matrimonio o rapporto di natura violenta trovandosi in una condizione individuale di indigenza e, quindi, di dipendenza.
Sono tuttora pochissime le donne ai vertici delle istituzioni pubbliche e private: questo significa che alle stesse donne è negata la possibilità di avere un ruolo incisivo nei processi decisionali di natura politica, economica e culturale.
Anche nell’istruzione le cose non vanno meglio e le ragazze sono, nell’immaginario collettivo, associate alla predisposizione verso le discipline umanistiche e vittime del pregiudizio che vede le donne non portate per lo studio delle materie tecnologiche e scientifiche, le cosiddette STEM, considerate il motore dell’economia nella società contemporanea e appannaggio quasi esclusivo dell’universo maschile.
I dati sulla violenza contro le donne sono tristemente sotto gli occhi di tutti: solo nei primi due mesi del 2023 sono già 17 le donne vittime di violenza.
Il ruolo fondamentale di istruzione e alfabetizzazione finanziaria per progredire
Le donne in Italia sono più istruite degli uomini (il 65,3% ha almeno un diploma rispetto al 60,1% tra gli uomini e le laureate arrivano al 23,1% contro 16,8% tra gli uomini) ma questo vantaggio non si traduce in un vantaggio in ambito lavorativo a causa della difficile conciliazione fra impegni familiari e lavoro, e di una visione retrograda che considera gli uomini più performanti dal punto di vista lavorativo e che, quindi, comporta una minore possibilità di avanzamenti di carriera e un maggiore rischio di esclusione sociale.
Tale esclusione sociale si sostanzia anche nel cosiddetto gender gap finanziario che può a sua volta sfociare nella violenza economica, il fenomeno che comprende qualsiasi atto che tenda a privare la vittima della propria indipendenza economica o della partecipazione alla gestione delle finanze domestiche familiari.
L’educazione finanziaria è, ad oggi, un tema fondamentale perché collegato all’acquisizione di autonomia e indipendenza, e può essere una strada per la conquista di una maggiore consapevolezza da parte delle donne.
Al contrario, i dati OCSE fanno emergere che le donne sono meno istruite degli uomini sui temi finanziari e che solo una su quattro possiede un conto corrente e che, attualmente, nel 60% delle coppie eterosessuali la gestione economica è delegata al partner maschile.
Per le donne di oggi, quindi, a un minor reddito e a una minore pensione si unisce una minore inclusione finanziaria. Per evitare quelle situazioni di violenza e abusi economici l’acquisizione di competenze su questo tema è fondamentale. È necessario scardinare un potere tradizionalmente maschile, anacronistico e penalizzante per le donne dal punto di vista economico ed è necessario che ciascun individuo, a prescindere dal genere, possa effettuare scelte consapevoli e avere obiettivi futuri da realizzare anche da un punto di vista economico e finanziario.
Il corso offerto all’interno del nostro welfare
Poiché siamo consapevoli che un vero cambiamento culturale non sia possibile senza avere accesso a occasioni di formazione e riflessione e poiché è riconosciuto universalmente il contributo che l’educazione finanziaria può dare nella lotta alle disuguaglianze, abbiamo scelto di promuovere la consapevolezza su questo tema grazie a un corso di formazione.
Superare il gender gap finanziario è fondamentale e l’educazione finanziaria è uno degli strumenti più importanti da mettere in campo.
In continuità con l’iniziativa Sostegno Donna presentata lo scorso 25 novembre, in occasione dell’otto marzo presentiamo alle socie e ai soci della cooperativa il percorso Alfabetizzazione finanziaria, una nuova ulteriore iniziativa per la parità di genere che va ad arricchire il piano di welfare dedicato ai nostri lavoratori, nata dalla collaborazione tra Welfare Come Te e Fondazione Finanzia Etica per favorire l’empowerment femminile.
Questo corso vuole affrontare i temi economici e finanziari, aumentare la comprensione degli strumenti e dei prodotti finanziari, utile a comprendere l’economia, la finanza, la previdenza, l’assicurazione.
La mancanza di competenze finanziarie è una minaccia per tutti i soggetti a rischio di esclusione sociale. L’obiettivo del corso è, quindi, dotare le donne e tutti i soggetti fragili delle competenze di base necessarie a proteggere i propri risparmi e a progettare il proprio futuro. I temi affrontati nel corso, attraverso brevi articoli e podcast messi a disposizione dei lavoratori nell’area del sito dedicata al welfare, sono significativi: la moneta, le banche, il risparmio, finanza e speculazione, finanza etica.
Approfondire tali tematiche non serve solo alle donne: secondo l’Ocse l’Italia è al 25esimo posto su 26 paesi esaminati quanto alle competenze finanziarie dei suoi cittadini anche se, comunque, il livello di competenze delle donne resta più basso di quello degli uomini.
In conclusione
Donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo: la parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace.
Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.
Solo attraverso inclusione, coesione e valorizzazione delle differenze che possiamo perseguire questo obiettivo. L’educazione finanziaria può, in tal senso, dare un contributo fondamentale a ridurre il gap di genere ed a combattere le disuguaglianze ed è importante che ciascuno di noi si impegni per promuovere e diffondere una nuova cultura della parità, dell’autonomia e del rispetto di ogni individuo che prescinda dal genere.
Buon 8 marzo!
Protagoniste della storia, pioniere e rivoluzionarie: un po’ di letture e film consigliati per scoprire straordinarie storie al femminile, arricchire il nostro bagaglio di conoscenze e fornire spunti di riflessione
Da leggere
- “Il catalogo delle donne valorose”, Serena Dandini
- “Cara sei maschilista”, Karen Ricci
- “Stai zitta”, Michela Murgia
- “La preistoria è donna”, Marylene Patou-Mathis
- “Parole d’altro genere”, Vera Gheno
- “Tener viva la speranza”, Hawa Abdi
Da vedere
- Il colore viola, 1985
- Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, 1991
- The help, 2011
- Il diritto di contare, 2016
- Agorà, 2009
- Una giusta causa, 2018